©Lidia Lyn Un gruppo di sconosciuti si ritrova prigioniero di un labirinto misterioso e letale: non ricordano come ci sono arrivati e nemmeno come si chiamano. Cercano di trovare le risposte decifrando i segnali, interpretando i codici e affrontando un viaggio pieno di pericoli per scoprire il segreto di Andron.
Questa, in breve, l’accattivante trama di “Andron – The black labyrinth”, il nuovo film di Francesco Cinquemani, presentato alla stampa sabato nell’incantevole cornice della Casa del Cinema di Villa Borghese, cuore di Roma.
Cinquemani è anche autore del soggetto e ha scritto il copione in un periodo breve, circa un mese, una scrittura istintiva, anticonvezionale, qualcosa a cui il nostro cinema non è abituato e questo non può che essere un motivo di curiosità in più da parte degli spettatori e degli addetti ai lavori. Potrebbe benissimo essere definito un film “coraggioso”, perché infrange le regole del cinema tradizionale e punta alla ricerca di qualcosa di nuovo.
E’ unico per diverse ragioni: si tratta di una novità assoluta per il cinema italiano contemporaneo; è tutto girato in presa diretta in inglese; le locations appartengono a tre diverse nazioni (Canada, Italia e Malta); ha un cast internazionale che rappresenta 3 continenti (Europa, Asia e America) e ben nove stati (USA, Inghilterra, Irlanda, Francia, Italia, Kazakistan, Spagna, Canada e Malta); è un film di genere sci fi-action-adventure scritto in otto città sparse per il mondo (Los Angeles, Londra, Berlino, Ibiza, Roma, Cannes, Malta e Toronto); utilizza tecniche ed effetti speciali mai usati prima in un film italiano.
Oltre agli effetti supervisionati da Michael Kowalski (The Amazing Spiderman, The Twilight Saga, Wolverine e The Incredible Hulk), alle immagini e alle suggestioni che trasmette, Andron è anche un film sulla ricerca di se stessi in questa società globalizzata, sull’amnesia, sulla paura di se stessi e degli altri.
Questo è quanto ha dichiarato il regista presentando il suo lavoro alla stampa, alla presenza dei produttori del film, Andrea Iervolino e Monica Bacardi, e del cast al completo. Ed è anche quanto ha riferito uno dei protagonisti, Gale Harold, il quale si è detto molto preso dal personaggio e dalle profonde riflessioni sulla vita che questo film lo spinge a fare.
Tutti gli attori sono al contempo protagonisti assoluti della storia e, fuori dal set, hanno creato un gruppo unito e ben affiatato: Alex Martin, Mauro Conte (unico attore italiano, scelto dopo ben 150 provini), Antonia Campbell Hughes, Gaia Scodellaro, Elettra Mallaby, Leo Howard, Michelle Ryan, la cantante Skin alla sua prima prova d’attrice e i modelli Korlan Madi e Jon Kortajarena.
Accanto a loro, troveremo pure star del calibro di Alec Baldwin, Danny Glover e Clara Pasieka che hanno girato le proprie scene in Canada.
La conferenza si è poi conclusa con la dimostrazione del grande amore di Gale Harold per l’Italia, il suo cinema e le sue bellezze. Rispondendo alla domanda sulla differenza nel lavorare ad una produzione non americana, e italiana in particolare, ha detto di aver realizzato un sogno: “Per me, fare cinema in Italia è un mix tra sogno e realtà, assomiglia molto alla trama del film incentrato su queste sensazioni. Molte volte sul set mi chiedo se sto sognando o ci sono sul serio. Per essere onesto, è come se ogni giorno fosse Natale, svegliarsi la mattina e trovare i regali o ricevere un bellissimo gioiello d’oro incastonato di diamanti. Per me è stato davvero uno splendido regalo e lo è anche condividere il mio tempo con il regista e questo grande cast. Oltre al fatto che qui si mangia molto meglio!”